lunedì 18 aprile 2011

Il nostro terrario...

Negli ultimi mesi, nel laboratorio di Biologia, abbiamo costruito un terrario per simulare l'ambiente desertico.
Il tutto è stato costruito a mano dagli studenti e dai professori; il suolo è costituito da sabbia, riscaldata da un cavo che passa sotto di essa, nel terrario come "decorazione" abbiamo aggiunto vari sassi e piante desertiche per avere una riproduzione ancora più realistica. Come illuminazione abbiamo una lampada a neon non riscaldante e una lampada a infrarossi collegata ad un timer per avere la temperatura adeguata.
Le pareti sono in legno e Plexiglasm, montate per avere spazi per i vari cavi della luce ed essere rimossi ...

Il terrario ci serve per allevare il nostro Drago barbuto;
Il drago barbuto è originario dell'Australia, è chiamato cosi perchè quando si anima gli si gonfia la gola che sembra una barba. I maschi di drago barbuto arrivano a misurare 50 cm mentre le femmine sono più piccole.
Il nostro drago è un maschio che misura 25 cm, è onnivoro e si nutre di varie piante e insetti.


venerdì 4 febbraio 2011

Baculum extradentatum: questo sconosciuto (o forse no....)

L'insetto stecco (Baculum extradentatum) è un insetto dell'ordine dei fasmidi (Phasmatodea), al quale appartengono anche altre 2500 specie. La maggior parte di queste abita nelle zone tropicali, ma in Europa se ne trovano circa 20, fra cui l'insetto stecco.

Adesso sappiamo a queale famiglia appartiene, e pure il suo nome scientifico, ma a cosa assomiglia, questo insetto? Ad uno stecco, ovviamente! Ma lasciando da parte le battute, si può dire brevemente questo: il suo corpo é costituito da un unico pezzo centrale, che gli dona la somiglianza ai rami, fornito di 3 paia di zampe e sulla testa si trovano un paio di antenne, degli occhi e degli ocelli, cioè occhi "primitivi", che si trovano anche su numerosi altri insetti. Ovviamente presenta un apparato masticatore,  adattato al suo cibo prediletto:le foglie.

Un insetto stecco, nello "steccario" che abbiamo costruito

Possono riprodursi in due modi: per riproduzione sessuata e per parteneogenesi. Nel primo caso servono un maschio e una femmina, nel secondo caso no. Difatti la partenogenesi (dal greco παρθενος, «vergine» e γενεσις, «nascita», ovvero riproduzione verginale) permette alle femmine di creare dele uova non dfecondate, dalle quali nasceranno delle figlie (eh si, tutte femmine), totalmente identichealla madre, non essendoci stato uno scambio di gameti con un altro esemplare di insetto stecco. Dei cloni, in un certo senso.
Ovviamente, nel caso di riproduzione sessuata si troveranno sia maschi che femmine, e saranno tutti diversi (anche se sfido chiunque a distinguere un insetto stecco da un altro).
I piccoli sembrano in tutto e per tutto degli  adulti, ma in più piccolo, ed effettuano varie volte la muta, fino al  raggiungimento della maturità.

Il ciclo riproduttivo dell'insetto stecco

Per quanto riguarda l'allevamento dei Baculum extradentatum, non c'è molto da dire, poiché è molto semplice: serve solo un contenitore, neanche troppo grande, nel quale si provvederà a lasciare un ramo di rovo o di lampone, in un contenitore con dell'acqua, ma nel quale gli insetti non possano cadere (già, non sanno nuotare). Per di più non serve neanche un coperchio! Infatti non si spostano molto (in effetti un ramo che si sposta da solo non è molto credibile), e ci saranno ben pochi fugitivi... E anche se scappassero non sono dei gran corridori, e avreste poche difficoltà a riprenderli e rimetterli "a posto". Nel caso vogliate assolutamente mettere un coperchio ricordate: sembrano rami, ma non lo sono, e per questo necessitano di ossigeno, quindi praticatevi dei buchi, se non volete che muoiano soffocati.

Il nostro steccario

venerdì 28 gennaio 2011

Biomi in damigiana

Durante il corso di Ecologia abbiamo realizzato "in vitro" alcuni tra i principali biomi del nostro pianeta. In damigiane da 20 litri, con appositi terreni per ogni bioma (torba, sabbia, terriccio, ecc.) e le tipiche piante che li rappresentano.
MACCHIA MEDITERRANEA - DESERTO - BRUGHIERA ARTICO ALPINA - SAVANA - TORBIERA - FORESTA PLUVIALE TROPICALE


Nella seconda fase dell'esperimento testeremo in ogni bioma la produttività primaria, rilevando l'ossigeno liberato e la biomassa prodotta.
 
                               LA BRUGHIERA ALPINA                                IL DESERTO
 
                             LA FORESTA TROPICALE                               LA MACCHIA MEDITERRANEA

mercoledì 19 gennaio 2011

Analisi del suolo

Il suolo è lo strato più superficiale della crosta terrestre, viene creato e modellato tramite agenti chimici, fisici e biologici esercitati dagli agenti esterni come agenti atmosferici ed esseri viventi; esso è composto da uno strato solido, uno liquido e uno gassoso.

A scuola con il corso di ecologia, abbiamo analizzato campioni di suolo della palude di Vuarbis nel comune Cavazzo Carnico. Dopo aver osservato sul campo il PROFILO del suolo (foto sopra), abbiamo condotto alcune analisi in laboratorio.
Valutazione del QBS (qualità biologica dei suoli) attraverso osservazione dei microartropodi, che abbiamo estratto dal suolo (foto sopra) e osservato al microscopio.

Ecco un "curioso" abitante del suolo: uno pseudoscorpione, osservato a 40 ingrandimenti.

sabato 18 dicembre 2010

Ecosistemi in miniatura

L'ecologia studia le relazioni tra organismi viventi e ambiente. Per comprendere i meccanismi che regolano un ecosistema, dove le componenti abiotiche e biotiche interagiscono e si mantengono in equilibrio nel tempo, non c'è nulla di meglio che costruirsene uno su misura e osservare come funziona.


A scuola, nei corsi di Ecologia e Microbiologia Ambientale, abbiamo realizzato un acquario: la nostra "palestra biologica", sempre a portata di mano per fare analisi e osservarne da vicino piante e animali che lo popolano.


Un piccolo acquario di acqua dolce, da 50 o 100 litri, è alla portata di tutti. La prima operazione da fare per allestirlo è lavare accuratamente la sabbia, non calcarea, prima di stenderla sul fondo. Quindi si colloca il filtro dell’acqua, il “cuore” dell’acquario, dove avverrà la biofiltrazione da parte dei batteri delle sostanze tossiche: ammoniaca, nitriti ecc. L’acquario viene poi riempito con acqua distillata; si sistemano le piante acquatiche, le rocce e i legni appositamente acquistati, che non rilasciano carbonati o sostanze nocive, si aggiungono le colture di batteri per il ciclo dell’azoto e si lascia “maturare” l’acqua per una decina di giorni. A questo punto il piccolo ecosistema è pronto ad accogliere i “consumatori”, i vari pesci che a seconda dei gusti e delle dimensioni dell’acquario potranno essere scelti tra centinaia di specie. Per la manutenzione si richiederanno una cura quotidiana e una notevole passione!



venerdì 17 dicembre 2010

Coltivazioni di piante officinali, tintorie, alimentari...

Nei laboratori di chimica organica eseguiamo le estrazioni dei principi attivi e dei coloranti contenuti nelle piante coltivate. Con questi prepariamo tinture naturali, cosmetici ed effettuiamo analisi per studiarne la composizione.

Estratto glicerico di tiglio (Tilia cordata)

Dal medioevale hortus conclusus, dove i monaci coltivavano i "semplici”: le specie officinali con cui ricavavano medicamenti, al nostro orto botanico, ricavato nei giardini interni dell’Istituto, il passo è stato breve. Con cura e dedizione benedettina anche noi coltiviamo i “semplici” di Carnia: stelle alpine, bardane, topinambur, tarassaco e rosmarino, e vi estraiamo essenze per le nostre preparazioni.

Lavori in corso nel nostro giardino botanico

Tra gli ultimi impianti, realizzati negli spazi verdi davanti alla scuola, vi è la realizzazione di una siepe sperimentale di Olivello spinoso (Hippophae rhamnoides), per avere a portata di mano i suoi frutti, che utilizziamo dalla cosmetica alla culinaria.

Impianto della siepe di olivello spinoso


mercoledì 15 dicembre 2010

E luce fu...

Quando la macchina fotografica non possedeva il lampeggiatore elettronico (flash), per fornire il lampo di luce necessario ad impressionare la pellicola si utilizzava il magnesio. Questo metallo, se esposto ad elevate temperature, ad esempio con una fonte di calore (fiamma), si ossida velocemente, emettendo una luce bianca molto intensa. Fotografia a parte, il magnesio  svolge un ruolo fondamentale nel metabolismo dei lipidi, dei glucidi, delle proteine, presiede ai meccanismi di trasporto ionico, consente la contrazione muscolare, ecc. È presente in grandi quantità nei semi e nelle foglie verdi. Il fabbisogno giornaliero è di 350 mg, aumenta in gravidanza e con l'attività sportiva; la sua carenza determina astenia, nervosismo, contratture. Il magnesio stimola l’assorbimento e il metabolismo di altri minerali quali il calcio, il fosforo, il sodio e il potassio. Aiuta inoltre ad utilizzare le vitamine del complesso B e le vitamine C ed E. E’ di aiuto durante la crescita ossea ed è necessario per un buon funzionamento dei nervi e dei muscoli, compreso quello cardiaco. Secondo alcuni studi il magnesio è associato alla regolazione della temperatura corporea. Un altro buon motivo per mangiare tanta verdura.

LABORATORI APERTI


Nel nostro Istituto vengono organizzati incontri pratici con i ragazzi delle scuole Medie, dove mostriamo, attraverso esperimenti scientifici, le principali attività che facciamo a scuola. I ragazzi possono così scoprire molte curiosità del mondo chimico e biologico ,sperimentando loro stessi le varie prove che proponiamo.


Ossidazione del magnesio dal filtro al blu di cobalto